DISOCCUPATI 1997: COME EVITARE L'ASSISTENZA

Di Giovanni Pellegri



Sei disoccupato o sei in assistenza? Tutti e due. È questa la nuova tendenza registrata l'anno scorso e in piena evoluzione all'inizio di quest'anno. Infatti, molti disoccupati non avendo più diritto alle indennità disoccupazione e non avendo svolto almeno 6 mesi lavorativi durante il periodo quadro, saranno obbligati a chiedere l'assistenza. A questo problema, generato dalla scarsità di posti lavoro vacanti, se ne aggiunge ora uno nuovo: la modifica della legge disoccupazione, entrata in vigore lo scorso 1° gennaio, non permette più di contare i periodi lavorativi svolti all'interno di un programma occupazionale (PO) come mesi utili per la riapertura di un periodo quadro. Cosa significa tutto ciò? Due sono le conseguenze immediate: la prima si manifesterà sulle persone inserite nei PO che non hanno potuto nel corso del 1996 ultimare il periodo di 6 mesi necessario alla riapertura di un nuovo periodo quadro. Queste persone per periodi lavorativi mancanti, che vanno da alcuni giorni ad alcuni mesi, non avranno diritto a un nuovo periodo quadro e rischieranno di essere prese a carico dall'assistenza; la seconda conseguenza riguarderà i disoccupati non inseriti in un PO. Anche queste persone, se non riusciranno a maturare un nuovo periodo quadro e se non avranno mezzi di sussistenza propri, saranno costrette a richiedere l'assistenza.


IL 76% DEI DISOCCUPATI IN FINE PERIODO QUADRO FINIRA IN ASSISTENZA?

Ma quante persone si trovano in questa situazione? Difficile dirlo. Caritas Ticino, partendo da dati raccolti da 3 programmi occupazionali di grandi dimensioni operanti in Ticino (Caritas Ticino, OCST e Soccorso Operaio) ha cercato dì valutare le dimensioni del fenomeno.

Dei 256 utenti, inseriti lo scorso mese di dicembre nei 3 programmi occupazionali analizzati, 77 non potranno riaprire un periodo quadro per un intervallo lavorativo mancante di circa 2 mesi. Si è valutato che circa il 76% di questi disoccupati, finirà a carico dell'assistenza.

I dati in nostro possesso confermano quindi che in seguito all'entrata in vigore della modifica della legge, un numero importante di disoccupati rischierà di finire a carico dell'assistenza. Esclusivamente sulla base di questi dati, non è possibile effettuare una proiezione a livello cantonale. Queste cifre dimostrano comunque, in modo chiaro l'emergere di una nuova realtà che, nel corso dei prossimi anni, prenderà sempre più consistenza: il disoccupato in assistenza. A conferma di questi dati vi sono le statistiche dell'Ufficio cantonale Assistenza Sociale: nel 1990 il cantone ha trattato 2'055 dossier di assistenza, tra questi 218 erano classificati sotto la voce "disoccupazione". Nel 1996 i dossier sono stati 4'138, di cui 1'228 concernevano disoccupati. Considerando che alcuni di questi dossier riguardavano interventi transitori e non si riferivano quindi a disoccupati che avevano terminato il diritto alle indennità, otteniamo che le persone passate dalla cassa disoccupazione a quella dell'assistenza sono comunque aumentate di un fattore 5 nello spazio di pochi anni. Nel 1996 l'assistenza in Ticino è costata 38 milioni di franchi. Vale quindi la pena prendere in considerazione ogni proposta che permetta di trovare una possibile via operativa.


UNA SOLUZIONE POSSIBILE: "INSERIMENTO OCCUPAZIONALE TEMPORANEO"


Si tratta di trovare soluzioni che permettano, in un primo tempo, di completare i periodi lavorativi mancanti dei disoccupati in fine periodo quadro e in seguito di inventare attività lavorative capaci di offrire una possibilità concreta di reinserimento nel mercato del lavoro a disoccupati in assistenza. Queste ipotesi si sono tradotte in un progetto concreto che abbiamo sottomesso alle autorità cantonali. La soluzione più urgente da noi proposta era quella di fare completare ai disoccupati in fine periodo quadro inseriti nei PO, ì periodi lavorativi mancanti. Attraverso forme di "Inserimento occupazionale temporaneo", equiparabili quindi a normali posti di lavoro salariati, sarebbe possibile offrire un lavoro temporaneo ad un certo numero di disoccupati utilizzando le attuali strutture dei PO ma finanziandole con fondi cantonali. In termini finanziari si tratta quindi di stanziare un credito che permetta di copertine/coprire i costi dell'attività corrispondente ai mesi lavorativi mancanti ai disoccupati, trasformando una parte delle attività e dell'infrastruttura organizzativa dei PO attuali. Per evitare conseguenze gravi dovuti alla disfunzione del periodo di passaggio alla nuova legge sulla disoccupazione, abbiamo proposto l'attuazione di 4 fasi d'intervento che riportiamo nei riquadri.


LE FASI 1, 2 E 3 RISOLTE DA UNA DECISIONE DEL CONSIGLIO DI STATO


Con grande soddisfazione abbiamo appreso che il Consiglio di Stato ha deciso di stanziare un credito per la creazione di "inserimenti occupazionali temporanei". Con questa decisione, che va ben oltre le nostre più ottimistiche aspettative, il Consiglio di Stato permette quindi di attuare le prime 3 fasi di intervento da noi proposte. In sintesi, ecco la proposta elaborata dal cantone: i disoccupati che non hanno completato il periodo contributivo di 6 mesi e la cui carenza riguarda al massimo 3 mesi, possono richiedere di completare il periodo lavorativo mancante se questo permette di evitare il ricorso all'assistenza. Per inoltrare questa richiesta si dovrà presentare una domanda di assistenza nel Comune di domicilio fornendo la documentazione necessaria che testimoni una situazione di disagio e la dichiarazione della Cassa di disoccupazione attestante il numero di giorni di contribuzione maturati.

Il comune di domicilio trasmette allora la documentazione all'Ufficio cantonale dell'assistenza sociale che ha il compito di decidere se il richiedente sarà un beneficiario di questa misura eccezionale di inserimento occupazionale temporaneo. Se è il caso, allora il disoccupato sarà inserito in un attività lavorativa temporanea e le spese salariali saranno assunte dal Cantone. È importante ribadire che si tratta di una misura eccezionale, transitoria (il provvedimento scade al più tardi al 31 dicembre 1997) e applicabile unicamente a disoccupati con periodi lavorativi man canti che non superano i 3 mesi. Se applicata tempestivamente questa misura permetterà sicuramente di frena re l'afflusso di disoccupati nell'assistenza. Per questo motivo abbiamo accolto positivamente la decisione de Consiglio di Stato, procedendo immediatamente alla creazione di attività d inserimento occupazionale per assumere i disoccupati ex utenti dei nostri PO a cui manca un periodo contributivo. La complessità dei meccanismi in gioco e le informazioni contraddittorie in circolazione, potrebbero determinare comunque un periodo di caos in cui gli interessati non tenteranno di trovare soluzioni alternative all'assistenza perché non sapranno neppure che questo è possibile muovendosi a tempo. Crediamo che, questa proposti associata alla fase 4 del nostro pro getto ed ugualmente ad una campagna informativa sui cambiamenti in corso, siano le strade più importane da percorrere affinché molti disoccupati che rischiano l'assistenza possa no ritrovare la strada del reinserimento professionale.